Ma quanti sono i matrimoni annullati in Calabria? In quali casi questo avviene? E davvero, per ottenere una sentenza definitiva, ci vogliono tantissimi anni? Nel 2019, il Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro ha introdotte 147 cause di annullamento, di cui 13 processi brevior.
Un carico di lavoro che è andato ad unirsi alle cause pendenti dell’anno precedente (pari a 161): a oggi, ne sono state esaminate 295, pari al 95% rispetto al totale dei processi in corso, di cui 119 sono arrivate a una decisione finale (in 111 casi si è arrivati a depositare pure la sentenza). Altrettanto interessante è evidenziare come il 96% delle cause decise hanno avuto un esito affermativo. I processi brevior del 2019 giungono in gran parte dalla diocesi di Locri – Gerace (6 casi su 13). Rispetto ai tempi della giustizia: il 50% delle cause vengono definite entro un anno; dopo 24 mesi soltanto l’11% delle coppie non ha ancora avuto una sentenza definitiva.
I capi di nullità più ridondanti nell’ultimo quadriennio, rispetto alle cause termine, riguardano il «grave difetto di discrezione di giudizio», cioè in termini non tecnici tale capo fa riferimento alla parola generica dell’immaturità, a cui si sono appellati 75 coppie di cui l’86% ha ottenuto la nullità.
Altri capi di nullità molto diffusi in Calabria sono: l’«esclusione della prole», ossia la volontà di non volere mai avere figli da uno dei due partner, con 21 cause (di cui 19 decisi pro nullità); l’«esclusione dell’indissolubilità», che riguarda i famosi casi dei “matrimonio a prova” con un partner determinato a non rispettare il vincolo nunziale che li lega a vita, con 17 casi di cui 14 hanno ottenuto la nullità del Sacramento; e l’«errore su qualità della persona»