Juniò ha 6 anni e ha potuto stringere di nuovo in un abbraccio, dopo 5 mesi di separazione, la mamma e la sorella gemella. Ha attraversato il mare da solo, nascosto a bordo di un peschereccio soccorso dalla Ocean Viking della Ong SOS Mediterranee. Poi, una volta arrivato in Italia e trascorsa la quarantena sulla Moby Zazà, grazie anche all’impegno della Croce Rossa di Crotone, la mamma del piccolo viene rintracciata nel Cara di Isola Capo Rizzuto, e il lieto fine: i due si sono potuti sciogliere in un abbraccio nel centro di Sant’Anna alle porte della città calabrese.
Quella di Juniò è una delle tante drammatiche storie di immigrazione. Prima la partenza di tutta la famiglia, padre, madre e due figli gemelli dalla Costa d’Avorio. Arrivati in Libia, il marito della donna muore. La giovane mamma decide di imbarcarsi, ma può portare con sé soltanto uno dei due figli, e così sceglie di attraversare il mare con la gemellina ed è costretta a lasciare il bimbo in Libia alle cure di un’amica.
Cinque mesi dopo, Juniò, da solo, parte anche lui. Ha come unico desiderio quello di ritrovare la mamma. Riesce a imbarcarsi su un peschereccio. A bordo dell’imbarcazione resta nascosto per tutta la traversata, sfuggendo così al controllo degli scafisti. Il peschereccio viene assistito dall’equipaggio della Ocean Viking, la nave della Ong SOS Mediterranee, che intercetta il barcone in acque internazionali. Juniò, come gli altri migranti soccorsi in mare, deve traascorrere un periodo di quarantena sulla nave Moby Zazà davanti a Porto Empedocle, ed è proprio in queste settimane che scatta l’impegno per rintracciare la mamma. La donna, nel frattempo, ospite del Cara di Isola Capo Rizzuto, aveva raccontato la sua storia ai volontari della Croce Rossa. Anche grazie a loro, confrontando dati e foto, il piccolo ha potuto riabbracciare la sua mamma. Skytg24