Rifiuti, Statti a Santelli: «No alle discariche. Revochi subito l’ordinanza»

Siamo reduci da più di un ventennio di approssimazione, di perdite economiche, di singolari per non dire patetici approcci amministrativi ai problemi, di conseguenze per la salute dei cittadini e immani danni per il paesaggio e le potenzialità di una regione con un evidente quanto prezioso destino agricolo ed agroalimentare.
La “gestione” dei rifiuti in Calabria è infatti la plastica dimostrazione dell’assunto secondo cui in Italia “nulla è più stabile del provvisorio” e francamente questo è il momento per dire basta rispetto a logiche che, sino ad ora, hanno sempre e solo privilegiato la soluzione più semplice, quello di scavare o ampliare buche e infilarci dentro quella che altrove viene considerata, gestita e fatta fruttare come una vera e propria risorsa.
Ecco perché Confagricoltura è assolutamente contraria all’approccio che caratterizza l’ultima ordinanza regionale che, di fatto, ripropone lo schema del passato e cioè una scelta emergenziale, la solita, condita dalla rassicurazione che è necessaria perché con il tempo a disposizione si allestiranno le soluzioni definitive.
E’ un film già visto, all’inizio era comico poi nel corso degli anni è divenuto tragico per i cittadini, per il paesaggio, per le potenzialità agricole della regione.
Potrei sciorinare un lungo elenco di numeri, circostanze e luoghi che dimostrano infatti le follie di questi venti anni e la totale incapacità delle classi dirigenti che si sono succedute ma sarebbe completamente inutile perché non occorre certo spiegare ciò che è evidente e sotto gli occhi di tutti.
Vorrei tuttavia segnalare solo alcuni aspetti.
Rammento che a breve il piano gestione dei rifiuti per la Calabria dovrà essere reso aderente agli indirizzi europei che prevedono cose che altrove sono già patrimonio comune e cioè prevenzione dei rifiuti, raccolta differenziata, obiettivi di riciclaggio più ambiziosi, riduzione del numero di discariche.
Invece nel nostro Piano e soprattutto nell’ultima ordinanza la prospettiva non è certo questa, nel Piano c’è l’obiettivo del 65 % di raccolta differenziata e ben 9 nuovi impianti pubblici di trattamento dei rifiuti, peccato che scelte, risorse e prospettive vincolanti in ambito europeo vadano in direzione opposta e cioè no all’apertura di nuove discariche, differenziazione e riuso dei rifiuti, discariche esistenti da bonificare.
Ci raccontano di un sistema complesso da gestire e verrebbe voglia di urlare come sia possibile sostenere una tesi del genere in una regione che non raggiunge i due milioni di abitanti e peraltro con una densità abitativa suddivisa in poco più di 400 comuni e pari a 130 persone per kmq, la media nazionale è 200; per essere chiari, roba che nell’80% circa dei comuni calabresi non solo i rifiuti possono essere gestiti in assoluta normalità ma gli si può finanche dare un nome.
E invece le soluzioni approntate vanno in direzione esattamente opposta con il paradosso di giungere a vere e proprie mostruosità logiche; come qualificare diversamente, ad esempio, la volontà di insistere con l’utilizzo di discariche nelle immediate vicinanze di aree protette, come definire la scelta di abbancare più di 200mila metri cubi nella discarica di Lamezia Terme e cioè in un sito che è in asse con l’aeroporto internazionale, è affiancato da due fiumi e numerosi pozzi di acqua potabile ed è esattamente nel cuore di un’area che la stessa Regione, quasi fosse un Giano bifronte, qualifica come Distretto Agroalimentare di qualità.
Alla Presidente Jole Santelli esprimiamo, dunque, il nostro fermo dissenso e chiediamo di avere più coraggio, scelga pienamente ua linea di rottura e ci avrà al suo fianco per lavorare a soluzioni che siano sostenibili, gestibili, realmente utili ai cittadini, ai comuni, alle imprese, all’immagine complessiva di una regione che non deve essere per forza e sempre l’ultima in Italia.
Infine, e sommessamente, vorrei dire che le aziende agricolo offrono già esempi di assoluta virtuosità, sono diverse le aziende che hanno, con sacrifici ed investimenti, attivato impianti di trasformazione in biogas assorbendo e rendendo produttivi scarti alimentari, letame, avanzi di lavorazione.
Approfondiamo questo percorso aggiungendoci anche una strategia che guardi al compost, tanto domestico quanto organizzato su scala più ampia, come uno degli elementi che completa il percorso della raccolta differenziata e che riguarda la riduzione di una delle frazioni di rifiuti più inquinanti.
Invece che gestire costose ed inutili discariche, programmiamo e gestiamo quel futuro che altrove è già realtà.

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