ARCAVACATA DI RENDE (COSENZA) – “Grazie a tutta la comunità” ma anche “Grazie, o Maria, perché oggi mi permetti di vivere questa festa in Te”, campeggia, la dedica, sullo striscione che la famiglia di Vincenzo Santopaolo ha voluto esporre per esprimere il proprio ringraziamento alla comunità tutta di Arcavacata, per le manifestazioni di stima e affetto ricevuti. Così, sul “cozzo Santopaolo” che con lo sguardo abbraccia il cuore del paese universitario, sempre punto di riferimento in passato per chiunque passasse da lì, il dolce volto della Madonna della Consolazione sottolinea questo traguardo davvero speciale: 100 anni!
L’intera esistenza di Vincenzo Santopaolo può essere letta alla luce di questo singolare ringraziamento alla Consolatrice di Arcavacata.
L’opinione di tutti coloro che lo hanno conosciuto e lo conoscono, è fondata: la sua simpatia, la spontaneità del raccontarsi, la capacità di intessere rapporti non sono mai stati semplici attributi, ma tratti autentici della sua persona. Quella di Vincenzo è stata ed è una vera e profonda umanità, vissuta con gioia, entusiasmo, generosità e sempre immersa, allo stesso tempo, in una fede semplice e filiale verso la Madonna.
27 maggio 1920 – 27 maggio 2020: mai Vincenzo, che di guerre ne ha viste, che ha attraversato il deserto, che è stato fatto prigioniero dagli inglesi, che ha vissuto la fame, il dolore, lo smarrimento, avrebbe immaginato di ritrovarsi a vivere la situazione surreale imposta dal Covid19! Ma potremmo dire che neanche il minuscolo temibilissimo virus, lo ha fermato… Ieri pomeriggio, Vincenzo, elegantissimo nel suo completo scuro con accanto la moglie Dina, ha spento come meritava, le sue candeline! A battergli le mani al soffio tanto atteso, i parenti più stretti, distanti e ben muniti di mascherina e guanti nel giardino di casa Santopaolo. Dopo il tempo sospeso del Covid, si impongono giustamente le norme di distanziamento sociale ed in attesa di un grande festa dell’intero paese rimandata se si potrà (e “se Dio vorrà”) a settembre, il figlio Roberto con la moglie Assunta, con i figli Fernando e Federico, hanno pensato di non poter lasciar scorrere un giorno così importante, senza un piccolo segno di affetto nei confronti dell’amato centenario. Distanti ben oltre il metro, i pochi presenti, hanno potuto assistere ad un momento di grande gioia e commozione.
Il sole di maggio accarezza la storia di un secolo segnata sul volto di Vincenzo, gli occhi del caro “zio” brillano di gioia, scruta i volti che dietro le mascherine gli inviano un bacio con le mani guantate, di chi gli fa segno di un abbraccio, di chi gli urla un “bravo”. Per tutti un sorriso e un ringraziamento.
Presente l’amministrazione comunale nella persona del Sindaco Manna e dell’Assessore Zicarelli accompagnati da una torta benaugurante: “Buon Compleanno dalla Città di Rende”; l’Associazione culturale “L’ Aquilone” di Arcavacata, invece ha omaggiato il novello centenario di una targa: “Al maestro di vita, depositario di storie vissute, esperienze e saggezza…” accompagnata da splendidi fiori.
Il tempo di una foto commemorativa per la comunità, ed ecco che zio Vincenzo si dichiara fiero di aver combattuto al fronte per il paese, poi un’ombra sul volto quando ricorda i maltrattamenti subiti dagli inglesi durante la prigionia… E’ un attimo, il tempo di ricordare il numero della vergogna assegnatogli nel campo di concentramento, poi l’arzillo centenario torna sereno, sussurrando con un sorriso “ora sono qua…” Come un vero albero, profondamente radicato nella terra che lo aveva visto nascere…
Inaspettatamente ad opera del pasticciere, sulla torta si legge: “Non ho 100 anni, ho solo 18 anni di vita e 82 di esperienza”; “Tanti auguri a te” vibra nell’aria e il taglio del dolce è emozionante: Vincenzo scatta prontamente in piedi, soffia le candeline, chiede alla moglie di affiancarlo… Poi presenta “l’amore della sua vita” e stampa un bel bacio sulle labbra di Dina, altrettanto longeva nei suoi 90 anni ben portati. Mancano però in questo pomeriggio speciale, l’altro figlio Gianfranco con la moglie Rosetta ed i figli Vincenzo e Francesco. Le lacrime arrivano quando il nipote, Fernando, smartphone alla mano, lo collega in videochiamata proprio con il figlio Gianfranco e l’adorato nipote che porta il suo nome. E’ uno scambio di amore puro quello tra il nonno orgoglioso, che invia baci al suo fragile, ma preziosissimo, amato, nipote e lo stesso Vincenzo junior che festeggia il nonno. Nonno Vincenzo si commuove, lo invitano a sedersi un attimo, ma lui indomito resta in piedi per un ultimo brindisi da condividere con chi è lontano.
In serata i fuochi d’artificio offerti dalla famiglia Santopaolo ringrazieranno il paese intero; intanto termina così, con parole di ringraziamento verso tutti ed auguri scambiati da lontano, questo breve ma intenso momento pomeridiano.
Vincenzo si siede, è felice. Mi piace osservare il volto di questo centenario, mi emoziona pensare che ogni segno, ogni ruga, dispensano storie di speranza e di saggezza, parlano di un secolo tragico, ma anche ricco di progresso. Lo vedo assorto nei suoi pensieri, si guarda intorno… Il verde del giardino, gli uccellini che festosi si rincorrono, il gatto che pigro trova riparo sotto una sedia, i visi nascosti dalle mascherine…Forse zio Vincenzo sta memorizzando, sta fissando nella sua mente lucidissima, questo giorno incredibile…Ci racconterà altre storie, continuerà a raccontarle…
Mi viene in mente un viaggiatore inglese, Brian Hill, che nel ‘700 visitando la Calabria, impressionato dalle sue querce, ne parlò come della “terra dell’eterna primavera, possente come un grande albero, ma anche gracile come un fiore”. Il paragone con Vincenzo è immediato: esile, minuto, piccolo, gracile come un fiore, possente come un grande albero.
Non posso farne a meno e mentre lo ringrazio e lo saluto, gli spiego cosa dicono gli inglesi (a lui a cui non stanno molto simpatici) delle querce calabresi: “A presto quercia, resta sempre in fiore… “
Mi fissa negli occhi, serio. Poi si illumina e mi sorride.
Ad multos annos caro Vincenzo Santopaolo!
Luisa Loredana Vercillo