Casartigiani: dalla Regione solo proclami, nessun intervento e zero liquidità

Al di là dei proclami nessun bando è stato pubblicato e nessuna misura a sostegno delle piccole e medie imprese artigiana è diventata operativa. Giovanni Aricò, segretario regionale di Casartigiani, che in Calabria rappresenta circa cinque mila imprese, non le manda a dire.

«Abbiamo assistito a due conferenze e tanti altri incontri – afferma – Nella prima conferenza era stata pubblicizzata la Delibera di Giunta Regionale, la n°30 del 01/04/2020 con la quale sono stati annunciati contributi alle imprese per 150 milioni di euro, nella seconda del sette maggio sono state comunicate due misure, la prima “Rilancio Calabria”, con una disponibilità di 40 milioni di euro con un contributo a fondo perduto di due mila euro per tutte le piccole imprese, somma in ogni caso molto modesta che sicuramente non risolve il problema economico e finanziario dell’impresa».
«La seconda “Calabria Lavoro” con una disponibilità di 80 milioni di euro per dare un contributo alle imprese che mantengono i lavoratori assunti presso le aziende. Il totale delle due misure prevede una spesa di 120 milioni di euro. Aldilà delle differenze significative degli importi, tra i due comunicati mancano trenta milioni di euro ad oggi, una cosa è certa: nessun bando è stato ufficialmente pubblicato è nessuna misura a sostegno delle pmi calabresi è operativa».
«Le imprese calabresi, la maggior parte imprese familiari, e per 85% coadiuvate da un massimo di tre dipendenti, stanno tentando di sopravvivere, per mantenere le proprie famiglie nonché per sostenere la forza lavoro che è il bene più importante della loro impresa. Tuttavia ad oggi non abbiamo nessun bando definitivo, solo annunci. Adesso il rischio concreto è quello dell’anti economicità dell’impresa: come è possibile mantenere aperta l’impresa con gli stessi costi di prima, anzi maggiori costi in considerazione alle spese obbligatorie per la sicurezza – mascherine, guanti, colonnine barriere plexglass, sanificazione, medico competente, ecc. e di contro con una contrizione dei consumi, quindi delle entrate, di oltre il 40% – di media? Come mai – chiede il segretario regionale – non sono state rimodulate tutte le somme non spese del Por Calabria 2014-2020? Ci sono oltre 750.000.000 di euro che si potrebbero utilizzare, cosa si spetta a destinarle e spenderle subito per questa difficile emergenza?»
«Basta con i proclami – è perentorio Aricò – Le aziende hanno bisogno oggi di liquidità tempestiva, che ci sia una politica che spinga sui consumi; che ci sia una politica che rompa con il passato e semplifichi realmente tutte le procedure e sburocratizzi l’intero sistema. Le aziende hanno bisogno di fatti e non di parole».
Casartigiani Calabria, tramite il Presidente Blasi ed il Segretario Aricò, fa presente che è superfluo, ancorché fuorviante, organizzare convegni, incontri o anche task force, ancor meno se non si dà la possibilità a tutte le organizzazioni datoriali regionali di partecipare e se non si tiene conto delle proposte che già sono state fatte. Riteniamo che il tempo delle parole è passato, la politica per essere credibile deve dare risposte certe e veloci e siano solo ed esclusivamente a supporto del sistema economico e sociale calabrese. Il presidente Casartigiani Calabria Eugenio Blasi numeri alla mano dà una rappresentazione di quanto sta avvenendo: «A livello nazionale il Governo sia con il Decreto Liquidità, sia con il Decreto Rilancio, ha privilegiato le medie e grandi imprese. Evidente è la scelta di agevolare l’accesso al credito, assistito dal Fondo centrale di garanzia, con il quale tuttavia le piccolissime imprese, pensiamo ad un artigiano con un fatturato di 50 mila euro, potrebbe avere al massimo un finanziamento del 25 per cento, pari a dodici mila 500 euro. Di contro una media o grande impresa che, ad esempio, aveva già un finanziamento per un miliardo di euro, garantiti dal Fondo Centrale, anche tramite sostegno della Regione Calabria, per il 70 per cento ad un tasso del 2,50 per cento, adesso avrà lo stesso finanziamento, magari anche aumentato ad un miliardo e mezzo di euro la garanzia dello Stato del 90 per cento ad un tasso dell’1 per cento con evidenti vantaggi per l’impresa sia economici che patrimoniali. Stessa valutazione – conclude – nel Decreto rilancio, per quanto riguarda l’eliminazione della prima rata di Irap da pagare con scadenza a giugno, che sicuramente avvantaggerà le medio/grandi imprese con oltre dieci dipendenti. Le piccole imprese artigiane e le micro imprese – conclude – con le deduzioni e gli sgravi già spettanti, quasi sempre già nella sostanza non pagano Irap. Identico approccio si rileva nel bando Impresa Sicura gestito da INVITALIA Spa nella parte relativa alla previsione di un rimborso spese di minimo € 500 ad addetto per l’acquisto di Dpi».

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