ARCAVACATA DI RENDE (COSENZA) – L’Università della Calabria insieme ad altri nove partner ha recentemente avviato le attività del progetto BLUEMED promosso dalla Comunità Europea nell’ambito del programma di cooperazione transnazionale INTERREG MED Programme 2014-2020.
Il titolo esteso del progetto è “Plan/test/coordinate Underwater Museums, Diving Parks and Knowledge Awareness Centres in order to support sustainable and responsible tourism development and promote Blue growth in coastal areas and islands of the Mediterranean”.
L’iniziativa è coordinata dalla Regione della Tessaglia (Grecia) e vede il coinvolgimento di un ampio e qualificato partenariato che comprende: l’Università della Calabria, l’Università di Cipro, l’Università di Patrasso, l’Università di Zagabria, l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero della Cultura e dello Sport della Grecia attraverso l’Ephorate of Underwater Antiquities, la società greca Atlantis Consulting, la Fundación Universidad Empresa de la Región de Murcia (Spagna) e l’Agenzia di Sviluppo Regionale di Dubrovnik (Croazia).
L’obiettivo principale del progetto BLUEMED è quello di supportare lo sviluppo di un turismo sostenibile e responsabile nelle aree costiere ed insulari del Mediterraneo puntando alla valorizzazione del patrimonio subacqueo sia naturalistico che culturale.
A tal fine, il progetto, mira a sviluppare strategie, tecnologie innovative, piani d’azione e politiche economiche che siano implementabili dalle pubbliche amministrazioni e dagli altri attori coinvolti nella promozione turistica con il duplice obiettivo di valorizzare i centri minori e di ridurre la stagionalità dei flussi turistici. In particolare si vuole arrivare alla definizione di linee guida che indirizzino la programmazione, l’istituzione e la realizzazione di musei sommersi, diving park e di centri visita a terra che permettano di promuovere la consapevolezza e la conoscenza dell’immenso patrimonio naturalistico e archeologico che giace sui fondali.
Queste linee guida favoriranno l’innovazione dell’offerta di servizi legata al turismo subacqueo agendo su due fronti. Da un lato si punta, infatti, a migliorare l’esperienza di visita da parte dei subacquei, dall’altro, si mira ad attirare e sensibilizzare anche il pubblico tradizionale verso un turismo alternativo ed una maggiore conoscenza del patrimonio culturale che giace sui fondali marini. Saranno progettati e realizzati itinerari naturalistici e culturali subacquei che saranno resi accessibili anche mediante l’uso delle ricostruzioni 3D e tecniche di realtà virtuale nell’ambito di esposizioni museali e in centri di sensibilizzazione con percorsi di conoscenza.
BLUEMED promuove, inoltre, l’applicazione della convenzione UNESCO del 2001 che prescrive che i beni archeologici sommersi, ove possibile, debbano essere protetti e valorizzati in situ al fine di conservare il bene all’interno del suo contesto storico originario.
Il progetto BLUEMED ha avuto inizio il primo novembre del 2016 e durerà tre anni. Nel corso del primo anno si stanno sviluppando le metodologie, le tecnologie e le linee guida, nel secondo e nel terzo anno si svolgeranno le attività di dimostrazione finalizzate alla validazione e alla promozione dei risultati.
Nell’ultimo anno di progetto la campagna di sperimentazione riguarderà 4 siti pilota (l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”; Il Parco Archeologico Sommerso di Baia vicino Napoli; le isole Sporadi in Grecia e il sito sommerso di Cavtat in Croazia) in cui verranno testate le metodologie e gli strumenti innovativi che i partner del progetto realizzeranno.
Il coinvolgimento dell’Università della Calabria nell’ambito del progetto BLUEMED rappresenta un forte riconoscimento in questo ambito di ricerca, valorizzando ulteriormente il livello scientifico ed il know-how acquisito negli ultimi anni nel settore della conservazione, della tutela e della valorizzazione dei siti archeologici subacquei, confermando così il proprio ruolo nel panorama sia nazionale che internazionale. L’UNICAL partecipa al progetto attraverso il DIMEG (Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale) ma nel gruppo di lavoro, coordinato dal Prof. Fabio Bruno, sono coinvolti anche docenti e ricercatori del DIBEST (Dipartimento di Biologia Ecologia e Scienze della Terra) e del DIMES (Dipartimento di Informatica Modellistica Elettronica e Sistemistica).